mercoledì 22 agosto 2012

Al tempio

pagode del tempio Longshan
Una delle cose che mi piace fare di piu' quando sono in Asia e' visitare i templi. Non perche' io sia credente, ma perche' sono belli, colorati, profumati, vivaci e impregnati di un'atmosfera di calma e pace che mi rilassa molto. Inoltre e' proprio un piacere per gli occhi e per i sensi guardare le pagode dipinte in mille colori, le sculture intagliate sui tetti (ognuna con un significato particolare), i fiori, i bonsai, le statue maestose delle divinita' che ti guardano con occhi benevoli, i Buddha sorridenti e panciuti che ti mettono il buon umore.
Non posso certo dire la stessa cosa delle nostre chiese, che gia' da bambina mi incutevano timore e ansia con i loro interni bui, le statue vestite di nero, Madonne in lutto, Gesu' in croce sanguinanti e sofferenti, Santi anemici e afflitti e storie di morte, tradimenti e giudizi universali.
Ma perche' tanta tristezza? Non basta forse quella terrena?
Per non parlare poi dei nostri preti, che con voce cavernosa leggono racconti incomprensibili, ripetono mille volte le stesse cose, cantano come se avessero mal di pancia e ti dicono cosa fare e cosa non fare. Una tortura per me.
Ricordo che da piccola, quando la nonna mi portava qualche volta in chiesa, per ammazzare il tempo e cercare di distrarmi dai "mostri" di alabastro che mi guardavano minacciosi, cercavo di immaginare ombre divine e apparizioni e dicevo poi di aver visto la Madonna o Gesu'. Ovviamente nessuno ci credeva, nemmeno i credenti.
I templi in Asia sono diversi, non c'e' nessuno a far la predica, non ci sono preti a farfugliare. La gente e' libera di andare, pregare la divinita' che piu' gli e' cara, sedersi sui gradini a dormire, recitare i mantra, chiacchierare. Negli occhi solo un'esplosione di colori sgargianti e nel naso i profumi piu' svariati.
rosario buddhista


offerte al tempio


Ci sono poi diverse divinita' per diversi bisogni: c'e' quella che protegge le donne, quella per i pescatori, per i malati, per gli studenti, quella che porta soldi, etc., e la gente regala offerte di cibo, dalla frutta ai biscotti, dal riso alla carne.
I devoti prendono dei mazzetti di incensi profumati e, dopo averli accesi in appositi contenitori di fiamme, vanno al centro del tempio e pregano inchinandosi quattro volte e rivolgendosi ai quattro punti cardinali. Dopodiche' inseriscono gli incensi negli incensieri, che sono sempre decorati con splendide figure della tradizione orientale.
incensiere con dragoni
Ieri mattina sono andata al tempio Longshan e ho fatto la stessa cosa, ma, buttando i miei tre bastoncini di incenso, ho espresso tre desideri. Un po' come si fa da noi vedendo una stella cadente. Spero che Buddha non mi punisca per questa azione profana! Ma lui non fa il giudice di professione, come Dio, sorride e basta.
In quasi tutti i templi buddhisti c'e' poi un ristorante. Una sorta di mensa per i monaci dove il cibo e' rigorosamente vegetariano e chiunque puo' concedersi una piacevole pausa ristoratrice e gustarne le prelibatezze.
Quando vivevo a Shanghai, spesso la domenica mattina mi recavo al tempio Longhua e dopo
aver bruciato qualche incenso ed espresso i miei desideri, mi fermavo a mangiare una squisita zuppa di funghi, carote, toufu e spaghetti, cosi' mi sentivo in pace con me stessa e pronta per ricominciare nel migliore dei modi la settimana.

martedì 14 agosto 2012

Libreria di notte

Se non fosse per la natura tropicale rigogliosa, splendida, scoppiettante di colori, Taipei lascerebbe molto a desiderare. L'architettura e' obsoleta, sebbene ci siano degli edifici nuovi e moderni. Pochi, ma buoni. E costosi anche.
La citta' e' pero' ricca di contenuto, nonostante la facciata non sia cosi' allettante e, al contrario di Shanghai (che offre un meraviglioso skyline, ville coloniali splendide, grattacieli futuristici tra i piu' belli, ma e' un ammaliante contenitore vuoto), Taipei e' una citta' dalle mille risorse ed oltre ad avere una delle piu' belle librerie del mondo, una delle piu' belle biblioteche ecosostenibili, ha anche una delle prime librerie aperte 24 su 24. Insomma, tutto e' all'insegna dei libri e della cultura. E io ci sguazzo.
Eslite Bookstore e' una catena importante di librerie sparse in tutta Taiwan dove si possono trovare numerosi libri anche in lingue straniere e qui a Taipei c'e' la sede piu' grande e fornita.
Sabato alle 3 di notte ho pensato bene di fare un giretto per concludere la serata passata con gli amici e, con mio grande stupore, era piena di gente! Chi studiava e prendeva appunti su un enorme tavolo, chi seduto a terra era immerso completamente in qualche storia di un romanzo preso da uno scaffale qualsiasi, vecchi e giovani erano concentrati sui loro libri e non sembravano per nulla stanchi o assonnati.
Ho pensato che in Italia probabilmente non funzionerebbe e di sicuro nessun giovane preferirebbe passare la serata in libreria invece che in discoteca o in un pub, a parte qualche folle insonne. Percio' le cose sono due: o la popolazione taiwanese soffre di disturbi del sonno per un difetto genetico o semplicemente la loro mente funziona diversamente dalla nostra e stare in libreria e' considerato piu' interessante di bere una birra in un pub buio e puzzolente senza comunque poter comunicare per via della musica a tutto volume (tra l'altro all'interno di Eslite c'e' un bar, pure quello affollato, e un bellissimo sottofondo musicale).
Anche Igor ci ha provato: ha preso dei libri, si e' seduto a terra e ha cominciato a leggere. Peccato che dopo aver fatto un giro perlustrativo, l'abbia trovato quasi steso e in uno stato di semincoscienza!
Igor ancora lucido
Ci sono talmente tanti libri da sentirsi quasi storditi. Si va dall'arte alla cucina, dalla calligrafia ai romanzi, dalla letteratura cinese a quella americana e ho trovato anche molti autori italiani tradotti in cinese o in inglese.
Il fatto di non conoscere il cinese tradizionale mi irrita alquanto, poiche' mi rende inaccessibile la maggior parte dei libri di cultura orientale a cui sono interessata. Mi dovro' accontentare di qualche edizione tradotta, consapevole che non sara' la stessa cosa, ma sono felice perche' quandunque ne abbia voglia, posso andare da Eslite, scegliere qualche libro, sedermi a terra e immergermi in qualche racconto, in una storia o in qualche foto senza che nessuno mi disturbi o mi mandi via.                                                                                      






giovedì 9 agosto 2012

Green Oil


Questo olio, chiamato in cinese "feng you jing", e' per i cinesi quello che per mia nonna rappresentano l'Hirudoid o l'Aureomicina: la panacea di tutti i mali.
Non puo' mancare in nessuna casa che si rispetti, in nessuna borsa e in nessun taxi. Tutti ne hanno almeno una boccetta sempre con se' (io non sono da meno e ogni volta che ne ho l'occasione faccio la scorta di questo olio "miracoloso").
E' a base di canfora, eucalipto, chiodi di garofano e mentolo e ha molteplici funzioni: riscalda i muscoli, decongestiona il naso, allevia il prurito, e' cicatrizzante, antiemetico e chi piu' ne ha piu' ne metta. Pertanto si puo' utilizzare in caso di:
- strappi muscolari
- dolori articolari e toracici
- raffreddore
- vertigini
- punture di insetti
- coliche
- mal di mare
- mal di testa
- mal di stomaco
- bruciature e tagli
Insomma, la lista e' lunga e probabilmente sarebbe piu' semplice dire a cosa non serve.
C'e' pero' una cosa molto interessante riportata sul foglietto illustrativo e che non mi e' mai capitato di leggere su nessun bugiardino di un farmaco: la sua utilita' nell' aumentare la concentrazione ed elevare lo spirito.
Mi dispiace per mia nonna, ma credo proprio che Hirudoid e Aureomicina non facciano questo effetto!
Diciamo che cio' e' uno dei motivi per cui lo uso assiduamente e anche qualora fossero leggende, mi piace pensare che sia tutto vero.
Si applicano poche gocce sulle parti interessate e in caso di mal di testa, nausea e raffreddore, si massaggia  sulle tempie e si strofina sotto il naso. Attraverso le narici dovrebbe arrivare dritto all'anima e al cervello (ed effettivamente l'odore e' cosi' forte e pungente che ci arriva velocemente).
Si accettano ordinazioni.


lunedì 6 agosto 2012

三空泉休閒農場, "Alle tre sorgenti vuote" Leisure Farm


"Se sei pigro, non significa che sei vuoto; se non fai niente non significa che sei vuoto. 
Migliaia di pensieri fanno rumore dentro di te [...]Ogni tanto, tuo malgrado, di fronte ad un tramonto, dimentichi improvvisamente tutti i tuoi desideri. Dimentichi ogni avidità, ogni brama di piacere. Il tramonto è così bello, così irresistibile, che dimentichi il passato ed il futuro e resta solo il presente. Sei una cosa sola con il momento presente, al punto che non vi è osservatore e non vi è ciò che è osservato. L’osservatore divente la cosa osservata. Non sei separato dal tramonto. Sei collegato. In tale comunione giungi ad una chiarezza grazie alla quale ti senti pieno di gioia.
Il vuoto diventa pieno, ma una pienezza della quale non sei mai stato cosciente, che non hai mai assaggiato prima. Così, quello che all’inizio sembra vuoto, alla fine è completamente pieno, traboccante … di pace, silenzio e luce", Dal libro di Osho intitolato "Che cos’è la meditazione".

 

Questa premessa per spiegare brevemente il nome di questo "agriturismo" e il perche' dell'aggettivo "vuote". Il concetto di "vuoto" nella cultura Orientale non ha valenza negativa come in Occidente e non significa quindi "il nulla", al contrario e' sinonimo di apertura, di possibilita' ed e' importante quanto il pieno. E' inoltre condizione necessaria per la meditazione.
In questo caso quindi "sorgenti vuote" non significa "prive di acqua". Non c'e' una mancanza, percio' significherebbe "calme" e questo riporta sempre al concetto di pace.
Ed e' davvero speciale questo posto perso nella fitta vegetazione tropicale.
Per arrivarci bisogna camminare circa un'oretta tra stradine e sentieri sterrati, dove e' facile incontrare insetti strani, conchiglie giganti di terra, bruchi e farfalle di ogni forma e colore con il canto degli uccelli come sottofondo musicale.
Senti davvero un senso di pace e ti sembra di essere tutt'uno con la natura incontaminata.
Se il paradiso esiste davvero, io me lo immagino un po' cosi'.
"Alle tre sorgenti vuote" e' un ristorante a conduzione familiare e tutte le verdure servite vengono coltivate nell'orto adiacente.
Famoso per il pollo arrosto, che e' davvero eccezionale anche per me che non amo particolarmente la carne, questo posto e' come un miraggio nel deserto, visto che dopo chilometri di cammino e di caldo estenuante, non si incontra nient'altro che alberi, piantagioni e natura in tutte le sue forme.
 
 








I proprietari sono una coppia di taiwanesi, con al seguito la mamma, il papa', la zia e tutto il parentado che aiuta a cucinare, a servire, a raccogliere e pulire la verdura, a lavare i piatti e tutto cio' che c'e' da fare.
I piatti sono una delizia, come la zucca piantata dalla madre o la verdura fresca appena raccolta.

Alla fine di questa gita fuori porta non solo il mio stomaco era pieno, ma anche i miei occhi e il mio cuore. E il vuoto come pace, tranquillita',  meditazione era perfettamente rappresentato.



venerdì 3 agosto 2012

Il frutto del drago

Madre Natura e' un'artista. Ed io rimango in estasi davanti alle sculture che riesce a creare, come nel caso di questo frutto, che ricordando le lingue di fuoco del drago, viene chiamato appunto "dragon fruit".


Chiamato anche Pitaya, e' un po' come il nostro fico d'India, in quanto e' il frutto di una particolare pianta di cactus. Cresce in Sud America, ma anche nel Sud Est Asiatico e a Taiwan si puo' trovare in ogni negozio e come dessert al ristorante. Il sapore e' molto delicato e come consistenza ricorda il kiwi, essendo pieno di semini. E' ricco di sali minerali e vitamina C ed e' anche un potente antiossidante, oltre che lassativo. In alcuni Paesi viene infatti chiamato "frutto pulizia", poiche' pulisce l'intestino.
Per fare queste foto ne ho mangiati diversi, dovro' preoccuparmi???

mercoledì 1 agosto 2012

Tifoni e dintorni

Venendo dal Salento, catastrofi naturali come terremoti e tifoni non sono proprio all'ordine del giorno, anzi direi che sono pura fantascienza. Il massimo che puo' succedere di vedere e' Torre Lapillo allagata dopo un acquazzone estivo, oppure il vento di scirocco che alza le onde a Belvedere e viene accolto con molto entusiasmo dai surfisti locali che si precipitano in mare a cavalcare le creste schiumose del mare.
Qui a Taiwan e' un po' diverso. Terremoti a parte (e che fortunatamente non ho avuto ancora occasione di vivere), anche i tifoni fanno un po' paura. Sono si' accolti con entusiasmo per via del fatto che uffici e scuole sono chiusi, quindi rappresentano delle feste a sorpresa e fanno sempre piacere, ma non si sa che danni possa provocare la loro forza distruttiva. Spesso accompagnati da forti piogge, causano alluvioni soprattutto nella parte orientale che si affaccia sull' Oceano Pacifico e pare che in citta' possano sradicare alberi, semafori, segnali stradali, persino ribaltare auto! Bisogna quindi stare in casa e aspettare che procedano per altre destinazioni.
Hanno persino dei nomi, quasi sempre femminili (forse per evocare la potenza e la furia a volte devastatrice di noi donne? Non ne sono sicura, ma questa cosa mi urta un po' e la trovo alquanto maschilista!). Quello che sta arrivando o che e' gia' arrivato... non saprei, non sono molto esperta in fatto di tifoni, si chiama Saola. Il nome e' dolce, esotico e musicale, quasi a volergli attribuire caratteri personali, aspetti umani... forse per esorcizzare la paura?
Guardando pero' il grafico (uno dei tanti che vengono pubblicati sui siti per dare l'allarme), un po' di ansia ti viene! Per non parlare poi del furgoncino che  si aggira per strada con gli altoparlanti dai quali una voce maschile allarmante avverte dell' arrivo del tifone e raccomanda tutti i cittadini di ritornare al sicuro nelle proprie case e di chiudere bene porte e finestre.
Il puntino nero e' dove si trova esattamente il tifone Saola e la linea tratteggiata e' il percorso che fara': Taipei e' vittima accertata. Sembra cosi' minaccioso e mi chiedo cosa succedera'. Qui tutti sono tranquilli: riguardo ai terremoti ti dicono che e' come stare in barca, riguardo ai tifoni cosa diranno? Mi si accappona la pelle al solo pensiero...
Per ora fuori dalla finestra vedo alberi scossi brutalmente dal vento, pioggia torrenziale e robe che volano nell'aria.
Tutto sotto controllo, mi sembra. In ogni caso, giusto per amplificare un po' la mia ansia, sento vibrare tutto sotto i miei piedi.