Dopo la bella vacanza natalizia in Salento, dopo il sole, il mare e le polpette della nonna e dopo aver lavorato molto su me stessa per convincermi che forse non e' il caso di avere nostalgia della mia terra, che' in fondo e' un posto bello ma maledetto dove la gente perde il lavoro e la dignita', dove si muore di cancro per colpa del potere, dove i giovani non hanno piu' speranze, dove... dove... dove... (la lista e' molto lunga) e che Taipei, al contrario, e' il luogo ideale dove vivere con la sua efficienza, civilta', educazione e tranquillita', ecco che ritornano loro a spaventarmi e a farmi desiderare piu' di ogni altra cosa al mondo che un aereo supersonico mi riporti a casa mia: i terremoti, quei maledetti.
Non e' facile abituarsi alle scosse e, pur avendone sentite parecchie sino ad ora, ogni volta e' come la prima volta, un po' come il vero amore.
Panico allo stato puro e blocco totale, vampate e sudore freddo mi pervadono e mi rendono incapace di intendere e di volere. Nonostante ci istruiscano che la prima cosa da fare sia aprire la porta d'entrata (nel caso in cui le assi dovessero cedere e bloccare la via di fuga), poi mettersi sotto una colonna portante (quali saranno a casa mia???), possibilmente stare vicino a un frigorifero (da cui attingere acqua e cibo nel caso in cui dovessi ritrovarti vivo sotto le macerie per giorni), etc. etc., nonostante tutto cio', io resto immobile con gli occhi sgranati, inebetita e in apnea.
E pensare che una mia amica, che mi ha subito contattato per sapere se avevo sentito "il mostro sotterraneo", mi ha confessato che nonostante la paura paralizzante, lei trova molto affascinante il fatto che la terra viva, respiri, si muova e tremi. Terribilmente affascinante, ha detto. Affascinante o meno, in questo momento credo che il teletrasporto sarebbe l'unica cosa a rendermi davvero felice.
i punti rossi e arancioni mostrano dove sono avvenuti i terremoti negli ultimi 2 giorni |