lunedì 6 giugno 2016

Hotel Continental Saigon, nostalgica bellezza

"Senza i libri molti viaggi non mi sarebbero nemmeno venuti in mente"  Tiziano Terzani

I libri hanno sempre avuto un ruolo di grande importanza nelle scelte della mia vita e sono stati il primo mezzo che mi ha permesso di viaggiare virtualmente quando, troppo piccola, non potevo prendere aerei per andare altrove.
Fantasticare attraverso le parole e`sempre stato un atto naturale, fisiologico, come respirare e ancora oggi mi rendo conto che questo mio immaginare e`così intenso e radicato dentro me, che talvolta non capisco quale sia il confine tra realtà e sogno. Mi capita infatti di credere fermamente di essere già stata in un luogo, tanto l'ho immaginato nei dettagli, negli odori, nelle sensazioni, per poi scoprire di non esserci mai andata fisicamente nella realtà.
Ho viaggiato tantissimo da bambina, ho visto tutti i mondi possibili e con la mia mente ho visitato tutti i posti descritti nei miei libri. Poi sono cresciuta e finalmente, oltre ad immaginarli, ho avuto la possibilità di vederli anche con gli occhi.
Così e`stato per il Vietnam e in particolare per Saigon, di cui conoscevo ogni anfratto, ogni odore, ogni rumore, ogni sapore, attraverso le parole di Marguerite Duras e Tiziano Terzani, pur non essendoci mai andata prima.
Quando ho deciso di partire, ho cercato i posti in cui mi avevano portato i miei amati scrittori guidandomi per mano tra le pagine delle vite degli altri, di cui ho sempre nutrito anche la mia.
Non vado mai nelle catene di alberghi freddi, anonimi e uguali dappertutto, dove non sai dove ti trovi sinché non esci per strada. Preferisco piccole e accoglienti pensioni a conduzione familiare, hotel in stile tradizionale o alberghi storici, di quelli che hanno qualcosa da raccontare, dove si respirano ancora gli odori e riecheggiano le voci e le storie della gente che ci e`passata, dove il pavimento vecchio e logoro scricchiola sotto i piedi, dove ti senti parte di una storia. Della Storia.
Così soggiornare nel mitico Hotel Continental Saigon e`stato un affascinante e commovente viaggio nel tempo.


Costruito nel 1880 durante il periodo coloniale francese, e`l'albergo più vecchio di Saigon e ha conservato tutto il suo fascino retro. Potrebbe sembrare un po' trascurato, simbolo e lontano ricordo di un passato glorioso ormai andato, ma si e`cercato volutamente di conservare il più possibile le sue caratteristiche originali. L'arredamento e le finiture datate, le porte delle camere che non isolano dai rumori della vita fuori, l'illuminazione fievole e l'odore di stantio e di vecchio, il personale in livrea con guanti bianchi e in "Ao Dai" (l'abito tradizionale femminile), le sedie delle camere finemente intagliate, pesantissime e scomode ma bellissime, gli danno un sapore meravigliosamente decadente.

Hotel Continental Saigon in passato (foto presa dal sito dell'albergo)
L'hotel oggi (foto presa dal sito dell'albergo)
la mia camera con vista sul Teatro dell'Opera
Rue Catinat, che costeggia l'hotel e oggi diventata Dong Khoi Street, e`spesso nominata da Marguerite Duras nei suoi romanzi: e`la via delle boutique e dei caffe`, la strada del lusso di Saigon, che la scrittrice percorreva nella macchina nera dell'uomo cinese.
Nel suo "L'amante della Cina del Nord" scrive: "Attraversano la citta`(...) Il teatro Charner, la cattedrale, il cinema Eden, il ristorante cinese per i bianchi. Il Continental, l'albergo più bello del mondo". E anche per me lo e`. Forse uno dei più belli, perché storie e ricordi aleggiano nell'aria e impregnano la pelle di sensazioni e di brividi.
Sulla terrazza dell'hotel con le sedie e i tavolini bianchi in ferro battuto ho bevuto il te`all'ombra degli alberi di frangipane vecchi come l'albergo stesso, pensando che nella stessa mattina di 70 anni fa Marguerite Duras passava per Rue Catinat ammirando il Continental Hotel.
Io ero la`, ero dove lei e`stata, ero a Saigon dove la sua storia struggente ha avuto luogo, passeggiando tra le stesse vie, respirando la stessa aria in quella citta`che sa di gelsomino e di pioggia d'estate.
colazione in giardino
Nei posti così ricchi di storia si sentono davvero i fantasmi di chi li ha abitati, perché restano per chi li sa vedere.
Il fantasma di "Un americano tranquillo" di Graham Green, che scrisse quasi interamente il suo romanzo nel Continental Hotel, o quelli della Duras, si aggirano tra le vie di Saigon e tra le sale e i tavolini di questo lussuoso albergo.
Spesso gli ospiti sono giornalisti, scrittori o viaggiatori, guidati da quella nostalgia romantica dal gusto dolce amaro per le cose passate che non tornano più, o forse mai vissute, come quella che prende me per i luoghi dove non sono mai stata. 
Il Continental Hotel durante la guerra in Vietnam fu anche sede di molti giornali stranieri e punto di ritrovo di giornalisti e fotografi che, asserragliati al suo interno, aspettavano notizie da fuori quando non erano impegnati sul fronte. 
Tiziano Terzani era li`in quel periodo, viveva in una delle camere dell'hotel e il 29 aprile 1975 scrive: «La mattina di quel giorno gran parte dei giornalisti erano scappati. Eravamo rimasti in una ventina per cui l’Hotel Continental era vuoto. Feci il giro di tutte le camere abbandonate e presi i materassi, mica per dormirci, per mettermeli addosso così, se arrivavano i razzi, i materassi mi proteggessero almeno dalle schegge».
Il giorno dopo, il 30 aprile del 1975 Saigon viene liberata dall'Esercito Popolare del Vietnam del Nord e dai Vietcong, evento che pose fine alla guerra in Vietnam e quello stesso giorno scriverà ancora: «Quando vidi i primi carri armati entrare nella città e la prima camionetta carica di ribelli, di vietcong, venire giù per rue Catinat, con loro che urlavano “Giai Phong!” (liberazione), per me era la Storia. Piansi. Non soltanto all’idea che la guerra era finita, ma perché sentivo la Storia. Quella era la Storia». 

Io tutte queste Storie non le ho vissute, ma le ho viste con gli occhi più grandi, quelli dell'anima.

io con il vestito tradizionale "Ao Dai" sul balcone della mia camera

Ascoltando una musica bellissima, colonna sonora del film "Solstizio d'estate", del regista vietnamita Anh-Hung Tran (per ascoltarla clicca qui)

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