venerdì 29 giugno 2012

TAIPEI

Ho quasi smaltito il fuso, che mi ha fatto scambiare la notte per il giorno e mi ha stordito più di quanto abbia fatto la città, il cambiamento e questo caldo tropicale. Quindi torno a scrivere, sebbene siano già le 02.40 (e il che vuol dire che sono abbastanza lontana dall'averlo smaltito, quindi) e fuori credo ci sia un tifone, visto che vibrano i vetri delle finestre e gli alberi sono quasi piegati a metà. 
Comunque, dopo tutte le peripezie del viaggio, eccoci qui a Taipei, praticamente dall'altra parte del mondo e dove mai e poi mai avrei pensato di fare un viaggio e tanto meno venire a viverci. 
La vita è strana a volte e io devo dire che spesso non mi tiro indietro, ma lascio che il vento mi porti nella sua direzione, soprattutto se conduce ad Est. 
Dopo qualche giorno di lunghe camminate esplorative, nonostante sia forse presto per dirlo, credo che questa città abbia un suo perché.




Taipei è un po' di tutto: moderna come una metropoli occidentale, calda e tropicale, con alberi da frutto dalle forme più bizzarre (come questo, che se ti cade in testa non credo lasci speranze di sopravvivenza!), ma anche caratteristica, caotica come solo una città asiatica 






sa esserlo, vivace, brulicante di gente, di odori, di suoni e di odori, piena di mercatini notturni che vendono qualsiasi cosa, da abbigliamento a scarpe, accessori, pentole, giocattoli, chè non si sa mai di notte a qualcuno potrebbe venire il capriccio di fare shopping e comprarsi un paio di mutande o gli occhiali da sole e nel caso una donna incinta avesse fame alle 3 della notte, qui può soddisfare ogni sua voglia, visto che questi splendidi mercati offrono anche cibo di qualsiasi tipo e se dico "qualsiasi" non è un eufemismo.




                                                oggetto non identificato!

L'altro giorno, passeggiando tra le stradine di un mercato notturno, mi sono imbattuta in un ristorantino molto particolare che prepara per i suoi clienti deliziosi e profumati cibi a forma di membro maschile.

Ecco la foto della pubblicità a grandezza naturale della
raffinata trattoria, dove tutto ciò che viene servito ha l'aspetto di un pisello fumante e profumato, pronto da mangiare. 
Insomma, il posto ideale per una cena formale di lavoro!
Questa è solo una delle tante stranezze asiatiche, che non si vedono da nessuna parte del globo probabilmente ed è anche per questi aspetti che amo l'Oriente, per la capacità che ha di stupirmi, sempre e comunque.


                                                                              

ROMA- NEW DELHI- TAIPEI

Dopo diversi anni, eccomi di nuovo qui a scrivere di viaggi e di terre lontane... Questa volta però da un'altra città asiatica: Taipei.
Il nostro viaggio è cominciato il 23 giugno da Roma, con tappa a New Delhi e questa sotto è l'unica foto che sono riuscita a fare in aeroporto come ricordo dell'India.

Giusto per avere una prova tangibile (che poi tanto tangibile non è!),  di aver messo piede in terra indiana. Almeno per un'oretta.
Ho visto sari colorati, turbanti enormi indossati da uomini barbuti e ingioiellati, proprio come nei libri di favole indiane... Una meraviglia che non ho avuto modo di immortalare. Peccato!
La compagnia aerea era la China Airlines, rinomata per la sua inaffidabilità dovuta a diversi incidenti, l'ultimo dei quali nel vicino 2002. Lascio immaginare a chi mi conosce l'ansia preceduta alla partenza, gli acquisti in erboristeria di pozioni, filtri magici ed erbe per scongiurare la paura di volare. Bè, devo dire che nulla mi è servito, poichè il volo è stato tranquillo, con poche turbolenze, la compagnia al contrario si è rivelata molto efficiente e siamo atterrati a Taipei sani e salvi. Unico neo il cibo, che aveva le sembianze e l'odore di vomito speziato! mmmm, che bontà! 
Già in aereo ho avuto sentore che i taiwanesi sono per certi aspetti maniaci della pulizia, tant'è vero che prima di atterrare ci è stato spruzzato addosso un insetticida, con la spiegazione che questo repellente servisse a eliminare antipatici animaletti intenzionati a sbarcare clandestinamente insieme a noi nella loro adorata Taiwan. Ma si può? Noi, portatori di insetti famelici... 
Ecco la prima stranezza, per non parlare poi della lunga perquisizione subita a New Dheli, poichè i poliziotti indiani, dopo aver passato la mia borsa allo scanner, erano convinti che avessi un coltello! E quindi svuota di qua, svuota di là, rovista nelle tasche, sotto la cucitura, nella pochette di gioielli, tra le pagine del diario. Alla fine non sono riusciti a trovare nulla, ma mi hanno rilasciato ancora convinti che quella borsa nascondesse qualcosa di pericoloso.